PROGRAMMA

Proiezione + Q/A Appuntamento ai Marinai
Proiezione in anteprima italiana di “Appuntamento ai Marinai”, documentario sulle seconde generazioni di italiani con origini eritree a Milano. Scritto e diretto da Ariam Tekle (Italia, 2017)
A fine proiezione è previsto un momento di approfondimento introdotto da Johanne Affricot che porrà alcune domande ad Ariam Tekle, in diretta Skype da New York, dove attualmente sta presentando il suo documentario. Il pubblico potrà partecipare al Q&A ponendo all’autrice le proprie domande.
Appuntamento ai Marinai ripercorre l’infanzia e l’adolescenza di italiani di origine eritrea, nati o cresciuti a Milano tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Raccogliendo le testimonianze di questa generazione, l’autrice punta a far riflettere su cosa volesse dire crescere come figli d’immigrati in una società in cui non si parlava di Seconde Generazioni.
Il documentario si concentra sul percorso d’integrazione di persone che oggi hanno tra i 35 e i 40 anni. Testimonianze, racconti ed esempi di accoglienza, integrazione, inclusione in un momento in cui il flusso migratorio nel territorio italiano era modesto rispetto ad oggi, e per questa ragione caratterizzato da una forte assenza da parte delle istituzioni; mancanza colmata da altre realtà, come associazioni cattoliche o la stessa comunità eritrea, presentate nella prima parte documentario.
Il titolo, Appuntamento ai Marinai, vuole sottolineare l’intenso legame tra i racconti dei protagonisti e particolari luoghi della città. Largo Marinai d’Italia, in centro a Milano, per un lungo periodo è stato un punto di ritrovo per i ragazzi italo-eritrei. Molti altri sono i luoghi di ritrovo o gli spazi milanesi che hanno avuto un particolare significato per i protagonisti mostrati lungo il lavoro.
Il documentario si sviluppa su quattro capitoli divisi per tematiche: Integrazione, Musica, Seconde Generazioni emigrate all’estero, Terze Generazioni. Tematiche particolarmente interessanti in quanto affrontate da persone cresciute in un contesto sociale italiano profondamente diverso da quello attuale. Partendo dall’integrazione e dalla cittadinanza come ostacolo e fattore di esclusione, arrivando alla musica come elemento di condivisione e unione.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un forte esodo di giovani italiani in cerca di opportunità lavorative. Molti italo-eritrei hanno lasciato l’Italia tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000.
Il documentario si chiude presentando le Terze Generazioni. Un capitolo che sottolinea quanto il fenomeno dell’immigrazione sia fortemente radicato sul territorio Italiano e non più da considerare come nuovo.
Inizio | 18:00
Dove | Bellissimo Blue Loft, via Giuseppe Regaldi 7, int 12/a, Torino
Posti a sedere limitati.
Sangue Misto – Sound, Identità & Rappresentazione
Sangue Misto – Sound, Identità, Rappresentazione, ha l’obiettivo, tra i vari temi che verranno affrontati, di esplorare il percorso artistico degli artisti invitati, l’influenza della loro identità culturale nel processo creativo, il motivo per cui in Italia non esistono sottogeneri musicali autoctoni come in Francia, Gran Bretagna e Portogallo, e le difficoltà nell’essere rappresentati. Il panel sarà moderato da Michele, di Crudo Volta, e Cedric Kibongui, dj e organizzatore di concerti. Introduce Johanne Affricot.
Nesso tra processo creativo, identità culturale ed autenticità
- Cosa significa essere un artista italiano di origini africane?
- Qual è il linguaggio artistico scelto dall’artista? Quanta influenza jazz, soul, hip hop americani, o generi musicali africani e italiani ci sono nel suo linguaggio?
- Come riesce la sua specificità identitaria ad entrare in contatto con illinguaggio artistico scelto?
- Come mai in Italia la comunità artistica africana italiana non è risucita afar emergere in maniera forte un genere musicale autoctono con un linguaggio volto a rappresentare il volto delle sue generazioni contemporanee africane-italiane con veridicità e creatività? Nota: In Europa le generazioni contemporanee figlie di più culture hanno fatto nascere o contribuito fortemente allo sviluppo di generi musicali autoctoni come il Grime in UK. Afrotrap, Coupé Decalé e Zouk in Francia. Kuduro, Tarraxo, Guetto e Afro-House in Portogallo.
Rappresentazione e rappresentanza, indipendenza mediatica, ecosistema
Essendo vista come un fenomeno contro-culturale, la comunità africana italiana spesso incontra indifferenza da parte degli organi di comunicazione mainstream, per un’incapacità culturale di inserire in una narrativa egemonizzante la cultura africana italiana. Allo stesso tempo si stanno registrando dei forti segnali di cambiamento, con la presenza di artisti di qualità afroitaliani all’interno di programmi mainstream come X-Factor e Sanremo.
- Questo fatto forzerà o sta già forzando la comunità africana italiana a crearsi un proprio ecosistema, come negli States, in UK ed in Francia?
- Come possono sostenersi le varie realtà artistiche per narrare in maniera utile, sostenibile e spontanea lo sviluppo creativo della comunità africana italiana?
- In che modo le piattaforme di comunicazione possono sostenere gli artisti della comunità africana italiana e come questi possono sostenere le piattaforme di comunicazione?
- Quali sono i limiti, le opportunità offerte da un medium come internet?
Musica e Brand
Con il mercato discografico tradizionale in piena crisi ed un territorio come internet sorretto dall’industria dell’advertising, l’associazione con i brands (in bisogno urgente di connettersi con narrative specifiche ed autentiche) sembra un’occasione ghiotta per gli artisti indipendenti per sostenere economicamente la propria creatività. Al momento non sembrano attrarre l’interesse di brand commerciali, ma sembrano essere però l’oggetto del contendere del marketing politico (i.e. Ius Soli).
- Cercare di essere commercialmente appetibili e attrarre l’interesse dei brand sarà un passaggio obbligato per gli artisti?
- Quali sono gli aspetti positivi e negativi in una relazione di questo tipo?
- Quali alternative possono essere individuate per non perdere la propria integrità e indipendenza artistica?
Aggregazione Black Space
Oltre alla limitata rappresentazione e rappresentanza di artisti africani ialiani, un problema ulteriore sembrano essere gli spazi di aggregazione. In Italia non esiste un festival, o degli eventi ricorrenti degni di nota volti a rappresentarci in maniera massiccia, come l’Afropunk Festival.
- Ce n’è bisogno?
- Che ruolo potrebbero giocare gli artisti nella creazione e sviluppo di questi spazi?
- Che contributo potrebbero dare?
Relatori | David Blank, Tommy Kuti, Mudimbi, Technoir, Vhelade
Moderatori | Michele (Crudo Volta) Cedric Kibongui (dj e organizztore concerti)
Intro | Johanne Affricot (GRIOT)
Inzio | 15:30
Dove | Bellissimo Blue Loft, via Giuseppe Regaldi 7, int 12/a, Torino
Posti a sedere limitati
